Vallepietra tra storia e natura

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VALLEPIETRA (Roma) 825 metri s.l.m. si trova nel cuore del Parco dei “Monti Simbruini”. E’ un piccolo borgo montano alle pendici del Monte Autore, meta di numerosi turisti e soprattutto pellegrini per la presenza del noto Santuario della S.S. Trinità. La quota di 825 m. s.l.m. permette di godere di un panorama esaltante caratterizzato da monti che le fanno da cornice nascondendo il paese agli occhi dei visitatori, finché questi non si trovano all’interno del paesino che appare come un gioiello incastonato nella valle del Simbrivio.

CENNI STORICI: Il suo nome appare per la prima volta in un documento “Il Regesto Sublacense” (XI sec.) dove è nominata più volte, una località chiamata “Petra Imperatoris” (Pietra dell’Imperatore); l’Imperatore è Nerone, che aveva sbarrato l’Aniene prima di Subiaco allagando la valle verso il Simbrivio; questa fu chiamata Vallis Petrae Imperatoris o semplicemente Vallis Petrae, Vallepreta, infine Vallepietra.

Dopo un susseguirsi di vicende politiche Vallepietra acquistò la propria indipendenza con l’arrivo della famiglia Caetani, alla quale restò legata fino al 1670. Dopo i Caetani le signorie si sono succedute con gli Astalli, Marefoschi, Piccolomini e Troili. E’ ai Caetani che si deve la costruzione del Palazzo Baronale intorno al quale si appollaiarono le casette dei pastori e le stalle per il ricovero degli animali; questo fu il primo nucleo del paese; l’unico.

Vallepietra è tutta qui; solo che del Palazzo Baronale, divenuto “Palazzaccio” dopo il crollo per il terremoto del 1915, ora è rimasto ben poco. Fu demolito nel 1954 per far posto all’edificio scolastico che, insieme al comune, alla Canonica ed altre abitazioni private, ne occuparono tutta l’area. Rimane solo la Torre di 24 metri con la Piazza sottostante; da questa si irraggiano tutti i vicoletti del centro storico, i cui nomi come via Trasenna, via del Colonnello, via Roma, via Napoli, ricordano il paesino di frontiera di un tempo, sede di dogana tra il Regno di Napoli e lo Stato Pontificio.In ricordo dell’incisiva presenza dei Caetani a Vallepietra c’è anche la Chiesa principale dedicata a S.Giovanni Evangelista, in cui durante gli ultimi lavori di restauro, da poco eseguiti, hanno ridato alla luce numerosi affreschi risalenti quasi tutti al sec. XVIII, tra i quali molto suggestiva è l’Abside, dipinta dal Ranucci e l’affresco della Madonna detta “Caietanella” (dai Caetani).

FLORA E FAUNA: Il fenomeno carsico ha inciso notevolmente anche sull’aspetto naturalistico della nostra zona; ai grandi avvallamenti carsici, quali per esempio il campo della Pietra, si alternano vasti e imponenti boschi che presentano nel loro interno una varietà vegetativa davvero interessante. Il padrone è il Faggio, ma vi crescono altre varietà di piante non da meno: il Leccio, il Tasso, l’Acero, il Carpino Nero, il Cerro, la Roverella, l’Acero campestre e l’Orniello.

Anche il sottobosco presenta un’ampia varietà vegetativa: i Funghi, la Stellina odorosa, l’Anemone, le Primule, le Viole, l’Erba Stella e Genziane ed ultimamente un gruppo (il GROSS) di ricercatori ha avuto la pazienza di selezionare circa settanta specie di ” Orchidee spontanee”. Non da meno è la grande varietà faunistica che popola ancora quest’incantevole angolo verde; tra i mammiferi il Lupo, la Martora, il Topo Quercino, il Tasso, il Cinghiale, il Cervo, il Capriolo e tra la Fauna ittica si annoverano la Trota Fario ed il gambero di Fiume; mentre può capitare di incontrare la Lepre, la Volpe, la Faina e lo Scoiattolo. Numerosa è anche la rappresentanza degli uccelli:

Nidificano il Piccione selvatico, il Picchio verde, l’Upupa, il Falco Pellegrino, mentre più rari sono lo Sparviero, Poiana, l’Allocco e il Gufo e non di rado, alzando gli occhi al cielo può capitare di assistere al suggestivo volo dell’Aquila Reale.

ASPETTI NATURALISTICI: Il territorio di 5173 ettari è occupato per la maggior parte dai monti che appartengono alla imponente catena appenninica dei Simbruini, le cui cime più emergenti sono: il Tarino (1959 m.) e il Monte Autore (1853 m.)

La zona è caratterizzata da formazioni calcaree che nel corso delle ere geologiche hanno dato luogo al fenomeno carsico (doline,campi,grotte,). Spettacolari sono anche le grandi pareti verticali a strapiombo di diversa origine. Di primaria importanza le risorse idriche: infatti il nome di questi monti deriva dal latino “sub imbrinus” (sotto le acque ) e non a caso il fiume che solca l’intera valle è il Simbrivio: questo viene alimentato lungo il suo corso da numerose e piccole sorgenti, molte delle quali vengono captate e incanalate in acquedotti che riforniscono di acqua molti paesi in provincia di Roma e Frosinone. Tuttavia il fiume pur ridimensionato canta ancora allegramente nel fondo della valle per poi fermarsi in prossimità della centrale dell’Enel dove lo sbarramento della diga crea un caratteristico laghetto artificiale, per poi riprendere il suo corso fino a gettarsi nel fiume Aniene in prossimità di Comunacque.

SANTUARIO SS TRINITA’: Alle falde del Monte Autore, e precisamente a 1337 m., s’innalza l’imponente scoglio alto 327 m.; la sua regolarità di taglio sembra quasi ottenuta dalla mano dell’uomo, che lo fa appunto chiamare “Tagliata”. E’ proprio alla base dell’imponentissima abside naturale che si trova il Santuario della S.S. Trinità, che appare internato nelle viscere del monte in una specie di spelonca prodottavi dalla natura ed ampliata in remotissimi tempi dallo scalpello.

La grotta oggi appare divisa in due ambienti: uno inferiore, detto “Grotta dell’Angelo” ed uno sovrapposto che è il vero e proprio Santuario; qui si trova il dipinto raffigurante la Santissima Trinità unico nel suo genere in quanto la Triade viene rappresentata da tre persone uguali che benedicono alla maniera greca. La mattina della festa (all’alba) sul piazzale del santuario viene eseguito il “Pianto delle Zitelle”.

 

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